Nel corso della mia carriera ho sempre cercato di creare una community attorno ad ogni prodotto o in generale, attorno al mio brand così da offrire qualcosa di utile a complemento delle mie strategie di web marketing.

Il motivo è semplice: vendere un prodotto e lasciare lì le persone non è molto profittevole – per te – e non è molto interessante per i tuoi clienti, ma creare una community e mantenerla attiva non è facilissimo, almeno a prima vista.

Nel corso del tempo ho strutturato il mio brand in modo che ogni volta che qualcuno entra nella mia Academy, diventa, di conseguenza membro e partecipante di qualcosa di più interessante.

Che cos’è una vera community

No, non pensare che la community possa essere solo un gruppo Facebook o un forum, per lo meno nella mia concezione, la COMMUNITY è un luogo in cui le persone si identificano, hanno familiarità con il brand che seguono e ricevono contenuti di valore con continuità.

A questo, sicuramente, si aggiungono modalità diverse e a diversi livelli, di interazione con me e gli altri membri.

“Dal mio punto di vista una community deve servire a: creare unità, risolvere problemi, offrire nuove soluzioni e, non ultimo, far incontrare le persone”

Creare una Community

Queste cose, se fatte bene e messe tutte insieme, creano un’energia pazzesca che sfocia solo in progresso e prosperità per tutti.

Vediamo le varie tipologie di community che ho sperimentato.

  1. La newsletter settimanale.
    È questa, ad esempio, che stai leggendo ora. Non è una vera e propria community ma chi la legge si sente comunque parte di qualcosa. Un appuntamento fisso in cui non gli viene venduto niente e che offre contenuti (spero) utili ed interessanti.In molti, poco dopo averla letta, mi rispondono in privato chiedendo approfondimenti o solo per regalarmi un segno di apprezzamento.
  2. L’Academy come community.
    Sotto ad ogni singolo video della mia Academy – e ce ne sono… 300? – ognuno può dire la sua, fare domande, rispondere ad altri commenti, chiamarmi in causa. Tutti sono invitati a partecipare e tutti ricevono, prima o poi, una risposta da qualcuno.Qui il tema è specifico: si commenta il contenuto della pagina, quindi una partecipazione super specializzata e verticale.
  3. La community nel gruppo Facebook.
    Non sono un grande fan dei gruppi Facebook, lo ammetto. Pur facendo parte di molte community di questo tipo, le trovo estremamente difficili da fruire. I contenuti sono super incasinati, disordinati, difficili da trovare. Chi le gestisce poi si trova spesso a dover combattere con una scarsa distribuzione dei contenuti per due motivi:
    • Facebook ha gradualmente introdotto il suo algoritmo anche lì, quindi se un community leader pubblica qualcosa, solo una parte dei membri riceve una notifica.
    • Facebook è il luogo ideale per andare FUORI FOCUS perché ogni volta che ci metti piede sei bombardato di altre informazioni, notifiche, distrazioni, richiami… per non dire che sei anche facilmente vittima di spionaggio da parte dei tuoi competitor.
      No grazie.
  4. App o sito dedicato alla community.
    È la soluzione migliore, ma anche la più difficile da portare avanti. Mentre Facebook ha tanti lati negativi, ne ha uno estremamente positivo: le persone sono già tutte lì e sanno usare la piattaforma.Un’app dedicata invece ha una curva di apprendimento più ripida, è sicuramente meno intuitiva e devi produrre tanti contenuti che attirino come calamite gli utenti.
  5. Call di gruppo periodiche.
    Forse la formula che preferisco. Ogni settimana mi ritrovo con i membri della mia community e dei programmi più importanti come il Master in Social Authority, in diretta streaming su Zoom.Do aggiornamenti, offro nuovi insights, nuove idee, strategie e presento qualche strumento nuovo che ho scoperto. Questo nella prima parte.

    Nella seconda parte rispondo in diretta alle domande di tutti che intervengono con audio (e chi vuole video), dando anche agli altri la possibilità di rispondere a loro volta se possono essere di aiuto.

La soluzione ibrida di community che vorrei.

Sono ormai alle battute finali – spero – per lo studio e la concezione della mia nuova community, pensata in modo ibrido ed integrato con tutto quello che vedi sopra (Facebook escluso) e che adotterà soluzioni che possano accontentare tutti, offrendo il meglio di ogni singolo aspetto di cui ti ho parlato.

Un luogo per tutti e a più livelli di partecipazione.
Un sistema di comunicazione facile e soprattutto mobile.
Una soluzione che permetta interazione, condivisione e networking.

Non è facile ma ci sto lavorando, e non sembra che ci sia qualcosa di pronto in rete, ogni piattaforma che provo ha sempre i suoi lati positivi – che mi entusiasmano – e negativi – che mi demoralizzano.

Al momento sto testando diverse soluzioni: Kajabi, Tribe, MightyNetwork, Moosocial, Slack, Mobilize…

Facciamo qualcosa insieme per la mia community?

Magari questo argomento ti interessa a 1000 e hai tempo e voglia di testare qualcosa con me. O forse conosci una soluzione, un software, un’app o un’altra diavoleria digitale che faccia per me…

Se rientri in uno di questi casi, commenta qui sotto dicendomi la tua, offrendomi la tua disponibilità come beta tester o più semplicemente dandomi un consiglio dal tuo punto di vista – di utilizzatore di community o esperto.

Come sempre leggo e rispondo personalmente a tutti.

    1 Risposte "Perché dovresti creare una community"

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